Maurizio Cattelan
Pirelli HangarBicocca, Milano
dal 14 luglio 2021 al 20 febbraiio 2022
a cura di Roberta Tenconi e Vicente Todolì
Articolo di Anna Maria Santoro
Come si rivela
all’uomo l’Arte? Con manifestazioni leggibili sebbene incomprensibili
nell’immediato. Manifestazioni da interpretare. Ma ancor prima di comprenderle
attraverso regole o astrazioni, esse comunicano perché «L’Arte mette insieme pensieri
razionali e inconsci. Ha il potere di cambiare la nostra vita. O, almeno, ha
cambiato la mia»: Le parole di Maurizio Cattelan, nell’intervista pubblicata
nel catalogo della sua mostra "Breath
Ghosts Blind" curata a Milano da Roberta Tenconi e Vicente Todolì, si
misurano con i nuovi orientamenti di una ricerca contemporanea in cui l’Arte
rivela i meccanismi dell’Inconscio.
Nato a Padova nel 1960, Cattelan è un creatore
di situazioni artistiche con riferimenti antropologici che si confrontano con
le reazioni complesse di un pubblico sempre più complesso.
Le sue opere, alcune
delle quali battute a milioni di dollari, sono lontane dalle categorie
estetiche legate alla tradizione; ad esempio "Comedian" del 2019 è una banana fissata a una parete con del nastro
adesivo: l’opera verrà staccata e mangiata da David Datuna; o "America", del 2016, è un water realizzato
in oro e installato al Guggenheim; "L.O.V.E."
del 2010, forse acronimo di Libertà Odio Vendetta Eternità, di undici metri di
altezza e in marmo di Carrara, riproduce una mano col dito medio alzato,
collocata a Piazza Affari a Milano, con il palmo rivolto alla sede della Borsa insinuando
il dubbio sul destinatario del gesto; "La nona
ora" del 1999 è invece una scultura che ha riferimenti evangelici nel titolo,
e che ritrae Giovanni Paolo II colpito da un meteorite; del 2004 sono i "Tre bambini-manichini" impiccati a un
albero a Piazza XXIV Maggio a Milano: noto è il gesto di un passante che tentò
di tagliarne le corde al collo. Quell’atto di ribellione dimostra, di fronte a
una Storia che va via via mutando, che c’è una parte del pubblico che non riesce
ad accettare i cambiamenti forse perché, come sostiene il sociologo Marc Augé teorico
della Surmodernità, la velocità con cui
circolano persone e informazioni comporta una “accelerazione della Storia” e un “restringimento del pianeta” tali da annullare i modelli della
tradizione, che nella loro ripetizione davano sicurezza. Se nel passato si era
legati all’idea di opera d’arte uguale oggetto, e si restava disorientati se
essa si affidava ad altro, non è raro, oggi, incontrare collezionisti di “opere che non esistono”, come Giorgio
Fasol, o vedere esposizioni, come la Biennale di Venezia del 2019, "May You Live In Interesting Times", in
cui a prevalere non è la forma ma il messaggio.
Nel 2004 l’Università
di Trento conferisce a Cattelan la laurea honoris causa in Sociologia e nel
2008 l’Accademia di Carrara gli assegna il titolo di Professore honoris causa
in Scultura, che così commenta: «La
missione di un artista è scoprire simboli». E all’Inconscio rimanda
la mostra di Cattelan a Milano: le tre opere, “Breath”, “Ghosts” e “Blind”, sintetizzate in un unico titolo all’ex
Stabilimento Industriale Pirelli HangarBicocca, sviluppano un continuum senza
interruzioni emotive, trasformando l’intera struttura espositiva in una
dimensione psicologica con riferimenti al senso della vita e della morte, a ἔρως
e θάνατος.
La prima opera del
percorso è "Breath": Breath è il
respiro, è il soffio vitale, è la psiché – ψυχή - che presso i greci designava
l’anima: in marmo bianco di Carrara, è un uomo rannicchiato a terra di fronte a
un cane. La sua posizione fetale è simile ai "Dormienti" di Mimmo Paladino e ai calchi di Pompei. Forse muore,
oppure sta nascendo.

La luce fioca della
seconda sala, denominata le "Navate", fa
scoprire lentamente Ghosts, una
moltitudine di piccioni in tassidermia ammassata sulle travi: «L’architettura industriale di Pirelli
HangarBicocca mi ha ricordato un’enorme cattedrale abitata dai fantasmi del suo
passato di fabbrica», si legge nel catalogo, «Gli uccelli hanno colonizzato il luogo, proprio come nel film di Alfred
Hitchcock» con un senso di minaccia. Li aveva già esposti alla Biennale di
Venezia del 1997 col titolo "Tourists"
e del 2011 col titolo "Others", insieme
a finti escrementi.


Infine "Blind", al centro della terza sala: è un
monolite intersecato dalla sagoma di un aereo. Il riferimento è all’attentato
dell’11 settembre 2001 al World Trade Center: «Ero a New York il giorno dell’attacco alle Twin Towers e mi stavo
imbarcando su un volo. Sono dovuto tornare a piedi dall’aeroporto LaGuardia; ci
ho messo ore, e quello che ho visto mi è rimasto dentro. Erano scene terribili,
apocalittiche e continuo a portare con me il ricordo di quell’evento tragico»
racconta a Roberta Tenconi. Ma "Blind"
richiama alla mente anche "Lullaby", del
1994: un’installazione realizzata da Cattelan con le macerie del Padiglione
d’Arte Contemporanea di Milano distrutto da un’autobomba il 27 luglio 1993,
causando la morte di cinque persone. «Un’opera
d’arte è una rappresentazione simbolica, per tramandare e rappresentare una certa
storia o un sentimento», si legge nella conversazione con Vicente Todolì, «Blind è un’opera sul dolore e sulla sua
dimensione sociale. La pandemia ha reso nuovamente visibile la morte: cerchiamo
sempre di rimuoverla, proiettati ad allontanare qualsiasi tipo di dolore» forse
perché, talvolta, il pensiero del dolore fa più male del dolore.
Pubblicato sul mensile Il Borghese, numero di febbraio 2022
Le foto pubblicate in questa pagina (72 dpi) sono state tratte dalla cartella stampa dell'Ufficio Stampa.
Nell'ordine:
© Maurizio Cattelan, Breath, 2021
Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano,
2021
Marmo di Carrara
Figura umana: 40 x 78 x 131 cm
Cane: 30 x 65 x 40 cm
Courtesy l’artista, Marian Goodman Gallery e Pirelli
HangarBicocca, Milano
Foto: Agostino Osio
© Maurizio Cattelan, Ghosts, 2021
Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano,
2021
Piccioni in tassidermia
Dimensioni ambientali
Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano
Foto: Agostino Osi
© Maurizio Cattelan, Blind, 2021
Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano,
2021
Resina, legno, acciaio, alluminio, polistirene, pittura
1695 x 1300 x 1195 cm
Prodotta da Marian Goodman Gallery e Pirelli
HangarBicocca, Milano
Courtesy l’artista, Marian Goodman Gallery e Pirelli
HangarBicocca, Milano
Foto: Agostino Osio


