Ruggero Savinio

Opere 1959 - 2022 

Palazzo Reale, Apartamento dei Principi, Milano 

dal 26 maggio al 4 settembre 2022 

a cura di Luca Pietro Nicoletti


Articolo di Anna Maria Santoro



 Nato a Torino nel 1934, Ruggero Savinio oggi abita a Roma, ma sono molti i loghi in cui è vissuto. Tra questi c’è Milano, che nel 1962 ha segnato l’inizio della sua carriera ufficiale di pittore con una mostra alla Galleria delle Ore nel cuore di Brera, recensita sul Corriere della Sera da Leonardo Borgese: è stata la sua prima personale. Non era la sua prima mostra, in assoluto, perché ne aveva già presentata una nel 1959 a Roma, ma si era trattato di una collettiva con i suoi amici più cari con i quali divideva anche uno studio.

Ruggero Savinio ha cominciato a dipingere ai tempi del liceo e il padre, Andrea de Chirico che nel 1914 aveva assunto lo pseudonimo di Alberto Savinio, lo lodava molto. Da adolescente, nello studio di suo zio Giorgio de Chirico al civico 31 a Piazza di Spagna a Roma, si esercitava nella copia dei dipinti antichi. Dello zio, ha mantenuto a mente tutta la vita una frase che un giorno gli aveva detto: «Scurisci, scurisci. C’è sempre tempo a schiarire», dalla quale sarebbe derivato il suo modo di dipingere a piccoli tocchi, definito «peripezia luminosa».

Quando negli anni Sessanta va a Milano, alla ricerca di un luogo in cui radicarsi, espone in varie gallerie, tra cui Bergamini, Trentadue e Daverio, ma vive trasferendosi da un appartamento all’altro: da Brera non lontano dal Bar Jamaica va in Via Borromei vicino al Duomo, in Via Amedei, e nei primi anni Ottanta in Via San Maurilio intercalando i suoi spostamenti a vari soggiorni parigini. Nel 1991 torna definitivamente a Roma, luogo ddell’infanzia e dell’adolescenza.



Oggi, dopo la mostra del 1974 a Palazzo Reale e del 1999 al Castello Sforzesco, Milano lo accoglie nuovamente, con un’antologica allestita a Palazzo Reale: sono circa settanta opere eseguite dall’artista tra il 1959 e il 2022, raggruppate in cinque sezioni: «Autoritratti», «Apparizioni e ombre», «Un’Arcadia luminosa», «Malinconia delle rovine» e «Interni familiari». E’ curata da Pietro Nicoletti. Ricercatore di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università di Udine, ne ha spiegato l’atmosfera e il valore.

D. - Come è nata l’idea della mostra?

R. <Ruggero Savinio desiderava tornare dopo molti anni a Milano, una città che fu molto importante nel suo percorso, per averci vissuto vent’anni e soprattutto perché il capoluogo lombardo segnò l’avvio vero e proprio della sua carriera artistica. Ci teneva, in particolare, perché aveva già tenuto una grande mostra antologica a Roma una decina d’anni fa, mentre a Milano mancava da molto tempo. La proposta, poi, trovò un’accoglienza entusiasta da parte di Domenico Piraina, direttore di Palazzo Reale: è stato lui a proporre gli spazi dell’Appartamento dei Principi per questa mostra, ponendoci una sfida non da poco>.


D. - Qual è stato il criterio di scelta delle opere?

R. <Ho pensato un percorso in cinque sezioni che suggerissero una scansione in periodi del lungo percorso dell’artista, individuando dei tratti salienti di ogni periodo, scegliendo di introdurre la mostra con cinque autoritratti che salutano il visitatore inquadrando l’artista per come egli stesso ha scelto di raffigurarsi. Nelle sale successive, poi, insieme al maestro abbiamo scelto una serie di lavori che potessero raccontare tutte le fasi del suo lavoro. La sfida è stata quella di raccontare sei decenni di lavoro in poco più di una sessantina di opere, per la maggior parte di grande formato. La mia idea, infatti, era di costruire non solo una mostra filologicamente ordinata, ma al contempo di ambientare le opere nell’appartamento neoclassico, come se si fossero trovate lì da sempre. Questo ha consentito qualche passaggio scenografico che mi sembra di sicuro effetto.



Il punto importante, a cui tenevo, era di mostrare l’artista nei suoi momenti di svolta, nei suoi tormenti creativi, e nella sua lunga fedeltà al mestiere della pittura. E soprattutto, emancipare l’artista dall’ingombrante mitologia familiare che lo accompagna, evidenziando il fatto che Ruggero è di per sé un importante pittore, al di là dei suoi illustri natali, e che per certi versi è persino più pittore di quanto lo furono suo padre e suo zio.

Allo stesso tempo, nella scelta delle opere ha giocato un ruolo importante la volontà di mostrare al pubblico buona parte delle opere di Ruggero Savinio di proprietà del Museo del Novecento provenienti dalla collezione Boschi Di Stefano, una delle più importanti per raccontare la pittura del dopoguerra a Milano>.





D. - Il catalogo, edito da Silvana Editoriale, evidenzia anche momenti toccanti della vita dell’artista?

R. <In catalogo si trova un mio lungo saggio di ricostruzione filologica del percorso dell’artista, a cui seguono un saggio di Eloisa Morra su Ruggero Savinio scrittore e uno di taglio filosofico di Emanuele Dattilo. A questi, poi, si aggiungono due testi molto intensi della poetessa Annelisa Alleva, moglie di Ruggero, che presenta il lato più intimo del carattere dell’artista, e una testimonianza molto toccante di Savinio stesso sulla pittura e sul suo rapporto con la città di Milano>.

Pubblicato sul mensile Il Borghese, numero (doppio) di agosto-settembre 2022


Le foto pubblicate nella pagina precedente e in questa pagina sono state tratte dalla cartella stampa dell'Ufficio Stampa. 

Nell'orine:

Ruggero Savinio, Bagnante di spalle, 2017, olio su tela, 100 x 70 cm, © Ruggero Savinio, by SIAE 2022

Ruggero Savinio, Malinconia I, 1987, olio su tela, 150 × 150 cm Vanzaghello, collezione privata © Ruggero Savinio, by SIAE 2022 

Ruggero Savinio, Appartamento dei Principi, Palazzo Reale, Milano, Ph Riccardo Molino 

Ruggero Savinio, Appartamento dei Principi, Palazzo Reale, Milano, Ph Riccardo Molino

Ruggero Savinio, Stanze 1, 1996, olio su tela, 131,5 × 98 cm Roma, collezione privata © Ruggero Savinio, by SIAE 2022

Ruggero Savinio, La colomba minacciata dall’uomo ombra, 1967, olio su tela, 140 × 151 cm Milano, Museo del Novecento, collezione Boschi Di Stefano © Ruggero Savinio, by SIAE 2022  

Ruggero Savinio, Senza titolo, 1970-1972, olio su tela, 90 × 100 cm Parma, collezione privata © Ruggero Savinio, by SIAE 2022  

Ruggero Savinio, Doppio ritratto 1992 olio su tela © Ruggero Savinio, by SIAE 2022 

Ruggero Savinio, Il grande Aparte 1992 olio su tela © Ruggero Savinio, by SIAE 2022 


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