Sunshine State

Pirelli HangarBicocca, Milano 

dal 31 marzo al 31 luglio 2022 

a cura di Vicente Todolí



Articolo di Anna Maria Santoro




 Steve McQueen espone a Milano fino al 31 luglio: la mostra dal titolo Sunshine State, a cura di Vicente Todolí, è organizzata in collaborazione con la Tate Modern di Londra negli spazi della Fondazione Pirelli HangarBicocca. Presenta sei video e una scultura che mettono in luce e custodiscono la forza di accadimenti crudeli, nella bellezza di una natura capace di diventare incolpevole scenario di drammi umani. «Talvolta, le cose più terribili avvengono in luoghi meravigliosi» aveva dichiarato McQueen in una delle sue interviste rilasciate alla BBC, nel 2014. Artista, regista e sceneggiatore, il suo linguaggio visivo, di videoinstallazioni e narrazioni filmiche, «comincia con la matita e si compie attraverso la macchina da presa» raccontando l’uomo e il suo passaggio doloroso sulla Terra, in contesti storici e contemporanei.


Nato a Londra nel 1969 da genitori di origini caraibiche, ha studiato al Chelsea University of Arts, al Goldsmiths of London e al Tisch School of the Arts di New York. Ha vinto, tra gli altri, il Turner Prize nel 1999 per le Arti Visive e, per la cinematografia, l’Oscar nel 2014 e la Caméra d'or al Festival di Cannes nel 2008.

 In Italia aveva già esposto: a Milano alla Fondazione Prada nel 2005, a Venezia nel 2011 al Festival del Cinema, e ancora a Venezia, alla Biennale d’Arte nel 2003, 2007, 2009, 2013 e 2015. Alla Biennale del 2009 aveva rappresentato il Regno Unito al Padiglione dei Giardini con il film dal titolo Giardini, in cui aveva documentato i luoghi della mostra nella città lagunare, ripresi durante l’inverno a conclusione dell’evento d’arte: vuoti di folla; con cani e alberi spogli.

 Oggi, alla Pirelli HangarBicocca le opere di McQueen, tra realtà e Reale, modulano gli ambienti espositivi modificandone la percezione: si cammina quasi al buio, come a entrare nei meandri inaccessibili dell’Inconscio in una successione emozionale che non segue un percorso logico né cronologico, ma estatico, attraverso quel processo, caro a McLuhan, in cui «il medium si fa messaggio ed estensione dei sensi». Le scene, girate dall’artista con una Super 8 su libertà, identità e oppressione delle comunità nere, contengono fotogrammi volutamente ora sfocati ora tremolanti; ora scanditi dal silenzio, oppure accompagnati da rumori assordanti; dal ticchettio ritmico di un proiettore; o dal sussurro «Shine on me Sunshine State, shine on me».


 La mostra inizia con Static del 2009, della durata di sette minuti, sull’idea di un’ingannevole libertà nella visione di un cielo azzurro su New York, e si conclude con Western Deep del 2002 nei sotterranei di una delle miniere d’oro più profonde del mondo, TauTona in Sudafrica, che ha gallerie a circa quattro chilometri dalla superficie. Le riprese di Static sono state realizzate da un elicottero, girando attorno alla Statua della Libertà: ma il suo roteare in senso antiorario dà l’impressione di un assedio e le immagini, ora lontane ora in dettaglio in rapida sequenza, minano il significato simbolico del monumento.


 

Si prosegue con passo incerto, guidati dalla sola luce di Charlotte del 2004 e Cold Breath del 1999: essi legano tra loro i sensi del tatto e della vista. In Cold Breath, della durata di dieci minuti, c’è in dettaglio il capezzolo dell’artista che egli stesso stringe e rilascia con l’indice e il pollice: «L’immagine del capezzolo è come un occhio» ha dichiarato. L’atto del guardare diventa poi inequivocabile in Charlotte, perché il dito di McQueen entra nelle riprese sfiorando la palpebra in primo piano dell’attrice britannica Charlotte Rampling, fino a toccarne la pupilla. 

Più avanti Sunshine State, del 2022, dà il titolo all’intera mostra: inizia con i raggi infuocati di due soli, l’uno nei minimi dettagli l’altro in campo lungo, proiettati su due schermi affiancati che propongono le stesse immagini ma non in simultanea. E’ sulla costruzione dell’identità influenzata dal cinema hollywoodiano, con spezzoni tratti dal film The Jazz singer. Fa pensare alla «Vita quotidiana come rappresentazione» di Erving Goffman, in cui l’uomo interpreta ruoli diversi nella recita continua dell’esistenza.



A terra, poco distante, la scultura Moonlit del 2016, con due rocce di marmo rivestite d’argento, evoca mondi ultraterreni. Essa introduce Caribs’ Leap del 2002, un video proiettato anche all’esterno degli spazi espositivi. Il titolo prende origine da un evento storico di oppressione coloniale, ovvero la conquista francese di Grenada nei Caraibi, da cui provengono la madre e il padre dell’artista, dove gli indigeni di un piccolo villaggio di pescatori nel 1651 preferirono gettarsi da una scogliera scegliendo la morte, pur di non sottomettersi. Mostra le acque basse del mare sulle quali è riflesso il cielo, mentre figure cadono leggere nell’aria nello scorrere di un tempo lento. Oggi, quel luogo è noto come Caribs’ Leap, Il Salto dei Caraibi. McQueen ha realizzato questo video dopo aver visitato Grenada per il funerale di sua nonna.

Pubblicato sul mensile Il Borghese, numero di luglio 2022

Le foto pubblicate in questa pagina (72 dpi) sono state tratte dalla cartella stampa dell'Ufficio Stampa. 

Nell'ordine:

Steve McQueen, Sunshine State, 2022, Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2022, Opera commissionata per l’International Film Festival Rotterdam, (IFFR) 2022, © Steve McQueen. Courtesy l’artista, Thomas Dane Gallery, Marian Goodman Gallery e Pirelli HangarBicocca, Milano, Foto Agostino Osio

Steve McQueen, Ritratto, ©  Foto John Russo

Steve McQueen, Static, 2009 (still), Film 35 mm a colori, trasferito su video HD, suono, 7’ 3’’, © Steve McQueen, Courtesy l’artista, Thomas Dane Gallery e Marian Goodman Gallery

Steve McQueen, Western Deep, 2002 (still), Film super 8mm a colori, trasferito su video, suono, 24’, 12’’, © Steve McQueen, Commissionato da Documenta e Artangel, Courtesy l’artista, Thomas Dane Gallery e Marian, Goodman Gallery

Steve McQueen, Cold Breath, 1999 (still), Film 16mm in bianco e nero, 10’, © Steve McQueen, Courtesy l’artista, Thomas Dane Gallery e Marian, Goodman Gallery

Steve McQueen, “Sunshine State”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2022, © Steve McQueen. Courtesy l’artista, Thomas Dane Gallery, Marian, Goodman Gallery e Pirelli HangarBicocca, Milano, Foto Agostino Osio

 

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