Volare col parapendio
Data dell'articolo: settembre 2008
di Anna Maria Santoro
Autostrada
A 14 uscita Vasto Sud, direzione Isernia; l'appuntamento è al bivio per
Lentella per arrivare, poco più avanti, su un fazzoletto di terra dove hanno da
poco raccolto il grano. Gli sterpi appuntiti pizzicano. Mescolate, ci sono
sparute piante di ceci secchi. Il proprietario quel campo non l'ha ancora
arato, lo lascia così apposta, per “quelli del volo”; se lo arasse non andrebbe
più bene.
di Anna Maria Santoro
Autostrada A 14 uscita Vasto Sud, direzione Isernia; l'appuntamento è al bivio per Lentella per arrivare, poco più avanti, su un fazzoletto di terra dove hanno da poco raccolto il grano. Gli sterpi appuntiti pizzicano. Mescolate, ci sono sparute piante di ceci secchi. Il proprietario quel campo non l'ha ancora arato, lo lascia così apposta, per “quelli del volo”; se lo arasse non andrebbe più bene.
“Quelli del volo”, alias l'Associazione di parapendio “Aero Club I Picchi”: hanno chiesto l'autorizzazione al Comune per usare quel sito e il sindaco del paese talvolta arriva là a sorpresa sedendosi a terra, per guardare le loro esercitazioni tranquille, come tranquilla e favorevole per i neofiti del parapendio è la brezza che spira da quelle parti; le vele si allargano, i fili si tendono, le stringhe delle imbracature si allungano.
Quello
di Lentella è il luogo dove i principianti prendono le prime lezioni, perché è
lì che la collina è amica: non aspra, scende lenta, come se volesse
accompagnarne il decollo.
E'
Settembre, fa un caldo infernale; 40 gradi all'ombra, la borraccia passata di
mano in mano e l'umidità che fa mancare il respiro. Eppure si è lì: per
imparare a volare.
Il
Primo istruttore si chiama Gianni: 40 anni, ex militare paracadutista:
<Tira>, <Non guardare in alto>, <Vai>, <Ora!>.
Alla
prima lezione “si fa campetto”: si insegna a gonfiare la vela, controllarla; a
mantenerla tesa camminando.
Si
prova qualche stacco: di un metro, due; al massimo cinque per una distanza di
volo di venti.
Il
secondo istruttore è Walter, 62 anni, poliziotto in pensione. Anche lui ex
paracadutista: un'Estrema Unzione ricevuta quand'era piccolo e un incidente di
avvitamento del paracadute nel 1987, dal quale è uscito indenne.
Vasto,
Tufillo, Ortona, Pennapiedimonte, Palmoli, Lentella, Roccaspinalveti e Schiavi
sono i luoghi delle postazioni di decollo dall'Abruzzo.
Isernia,
Termoli, Frosolone, Calstelmauro, Montefalcone, Parco del Matese e Campitello
Matese dal Molise.
Vincenzo
Cuomo, 46 anni, è alla sua quinta lezione. Accento sfacciatamente romano: <E
mò, che te devo di', che non ho avuto paura? La prima volta me so' cagato
sotto!>
Alle
sei del pomeriggio arriva Luca; lavora in una fabbrica <tirare un calcio a
un pallone possono farlo tutti. Questo no!>
Qualche
anno fa Lino è precipitato. Dopo quattrocento metri ha ripreso l'assetto;
giusto in tempo per l'atterraggio. Il giorno dopo era di nuovo in volo.
Invece Vittorio è alla sua prima esperienza. Si è portato dietro moglie e figlioletta di un anno; l'ha messa a sedere nel bel mezzo di una coperta adagiata sulle stoppie. Ed è lì che guarda, incantata.
Walter
ha provato anche il bungee jumping.
Gianni è andato a finire dentro a una nuvola perdendo l'orientamento per cinque minuti.
Il
primo volo si fa da 500 metri. L'allievo viene accompagnato fino al distacco da
terra; poi i suggerimenti gli arrivano via radio <preparati a tirare a
destra>, <tira di più a sinistra> a seconda dell'orientamento del
vento; eccetera eccetera fino all'atterraggio quando viene afferrato e
trascinato al suolo dall'istruttore.
Uno
sport che non porta soldi.
E
quando si è dentro al cielo, non si pensa più a niente.
Il
loro sito www.ipicchi.it
Pubblicato
a Settembre del 2008 su “Il Giornale della Frentania”
Lentella, settembre 2008 ph Anna Maria Santoro